La palestra delle ipotesi

 

Il post precedente aveva per argomento le piante nutrici dei Samia.
 La sua lettura diventa necessariamente propedeutica per questo nuovo post:
un post molto diverso dal solito!


LA PALESTRA DELLE IPOTESI
 
È un esercizio che talvolta faccio durante il laboratorio e, spesso, trattandosi di un'attività poco strutturata, diventa un momento molto caotico ma anche, umanamente e professionalmente, molto stimolante e gratificante: a volte, le risposte dei bambini sono esilaranti per la loro imprevedibile originalità oppure, in alcuni casi, sconcertantemente vicine alla realtà ma, chiaramente, espresse con la semplicità e la straordinaria capacità descrittiva che solo i bambini e i grandi poeti possiedono.
 
Quindi la parte più accattivante dell'attività (i bambini!), nella modalità "blog", viene inevitabilmente a mancare, ma questa che vi propongo adesso è solo una esercitazione-provocazione di stimolo, giusto per allenare spirito di osservazione e ragionamento deduttivo.

Allora, divertiamoci un po' a trovare possibili spiegazioni a fenomeni osservati, ovvero
"facciamo il gioco dello scienziato"!



Cominciamo:
 LA TOSSICITÀ

Quale caratteristica vi ha colpito maggiormente nella presentazione delle piante nutrici?

Personalmente (e, credo, la mia opinione sia condivisibile) sono stata colpita dal fatto che tutte e tre presentano un livello molto alto di tossicità.
Ho iniziato a ricercare ulteriori informazioni a tal riguardo anche per le altre piante nutrici e ...
Indovinate un po'!! 
Le piante nutrici dei Samia presentano tutte livelli di tossicità o sono, comunque, state ampiamente utilizzate, anche per millenni, nella medicina tradizionale dei loro vari (!) Paesi di origine.
Anche nella farmacologia moderna occidentale l'olio di ricino, il chinino (analgesico e antipiretico, largamente usato come antimalarico) e l'acido acetilsalicilico (analgesico, antipiretico, antinfiammatorio utilizzato diffusamente nella prevenzione di patologie cardiovascolari) hanno costituito rimedi non da poco!

Ci troviamo, quindi, di fronte a una prima caratteristica, piuttosto particolare, che tutte le piante nutrici dei Samia hanno in comune.
Una coincidenza?
Può darsi...

Facciamo un altro passo:
I FIORI DEL LIGUSTRO
 
Partiamo dalla spettacolare fioritura estiva dei ligustri nel giardino della nostra scuola:


Sui frondosi e flessibili rami dei ligustri spumeggiano lussureggianti infiorescenze profumate che ne illuminano le chiome, altrimenti austere del caratteristico verde scuro.
I puntuti profili, che petali e pistilli dei fiori già sbocciati disegnano, hanno colorazioni più gialline e sono oggetto delle continue visite di insetti impollinatori.
 
Ma....

... cosa vi ricordano per forma e per colore (omomorfismo e omocromia) gli arrotondati fiorellini ancora in boccio del ligustro?

Procediamo con una conferma per chi ha già capito e un aiuto per chi ancora non ci è riuscito:



Un ingrandimento può essere di ulteriore supporto:

Allora?!

Esatto!!

Ecco la futura generazione
camuffata da grappoletto di primaverili fiorellini in boccio
e ordinatamente affidata alla "protezione mimetica"
della pianta ospite in versione estiva!


Voltiamo pagina...
... nel senso di guardare l'altro lembo, quello inferiore, della foglia!!


Una diversa prospettiva ci dà conferma della presenza del gruppo di uova, svelandoci anche un avventuroso bruco in fase esplorativa!

Osservate, di contro, quanto più evidenti e visibili risultano le uova in assenza delle infiorescenze.


Questa volta non è stato necessario fornirvi ausili grafici per identificarle, vero?

È innegabile quindi che, durante il periodo di fioritura del ligustro, le uova saggiamente deposte dalle falene di Samia ricini sulla pagina inferiore delle sue foglie abbiano maggiori possibilità di essere confuse con elementi naturali circostanti (mimetismo criptico).

E che dire dei piccoli bruchi appena nati?
 
Non parlo del nostro simpatico esploratore solitario, ma del folto gruppetto di oltre venti (!) piccoli bruchi...
Ma come?! Non li avete visti!?
Per quanto piccoli, sono pur sempre una bella quantità!!

Osservate con maggiore attenzione:
Ecco la soluzione:
Confessate: vi erano proprio sfuggiti!  Come, del resto, immagino, sia
stato anche per il mucchietto di uova da cui sono da poco fuoriusciti!
 
Ed ecco anche la conferma, grazie al solito "sguardo" dell'altra pagina della foglia:

Per i bruchi neonati, che nella prima età continuano a stazionare sulla pagina inferiore mantenendo tendenze gregarie, è quindi più semplice mimetizzarsi anche grazie alle infiorescenze e ai giochi di luce/ombra che esse proiettano sulle foglie (oltre, ovviamente, al criptismo del colore delle livree con il verde del fogliame).

Osserviamo.
Sapreste,  rispondere con assoluta certezza se l'ombreggiatura sulle foglie è dovuta davvero all'ombra delle infiorescenze o, piuttosto, alla presenza di piccoli bruchi?


Persino le foglie brucate, che potrebbero essere indicative della loro presenza,
sono "protette mimeticamente" dalle infiorescenze!

Non ci credete?!
Osservate le ombre proiettate dalle infiorescenze sulle foglie:

si confondono con i ghirigori causati dalla brucatura delle piccole larve di Samia.
Sullo sfondo: la nostra scuola!!


Per giunta, nelle età successive, quando i bruchi cresceranno in dimensioni e abbandoneranno le abitudini gregarie, le loro livree assumeranno colori chiari: giallo e bianco, con screziature e spunzoni più o meno pronunciati...
Proprio i colori dei fiori del ligustro! Un'altra coincidenza?!

Tutti questi esempi di omocromia e omomorfismo devono necessariamente portarci a pensare che il ligustro in fiore sia un posto ideale perchè i Samia, allo stadio di uovo e larva, possano mimetizzarsi più facilmente.


Compiamo, ora, un ulteriore passo:
FIORI DELLE ALTRE PIANTE NUTRICI
 
Se il ligustro del giardino della nostra scuola ha rappresentato, non solo fonte alimentare indispensabile durante la fase di accrescimento dei bruchi, ma anche protezione dai predatori grazie alla possibilità di mimetizzazione tra le sue infiorescenze, che tipo di fiori pensate abbiano le altre piante nutrici dei nostri Samia? Quale il loro aspetto? Quali i loro colori?

Qualche idea? Qualche... ipotesi?

Sono certa abbiate immaginato infiorescenze simili a quelle del nostro ligustro, piuttosto che fiori isolati, di grandi dimensioni e dai colori appariscenti...
Giusto!?

La relazione tra tipo di infiorescenza delle piante nutrici e capacità mimetica dei bruchi mi è venuta in mente (in primis - honoris causa! - grazie all'allenamento mentale al criptismo provocato dalla frequentazione col protagonista indiscusso del nostro blog: l'insetto stecco!) proprio curiosando tra i siti che ritrovate in calce.
Ma, per una conferma più rapida a quanto ipotizzato, vi consiglio di googlare per immagini   [<nome pianta nutrice> fiori]   anche per avere una panoramica più ampia rispetto alla seguente scelta operata da me.
 
Verifichiamo, con una selezione esemplificativa, se la nostra ipotesi è corretta:


Albero della china - Foto dal web

Ailanto - Foto dal web

Lauroceraso - Foto dal web

Sambuco - Foto dal web

Persino il ricino conferma la regola con i minuscoli fiorellini maschili color crema raccolti in piccoli grappoli alla base della pannocchia (pur avendo fiori femminili  lontanissimi dal modello: sferici e spinosi, dai colori in alcuni casi addirittura sgargianti una volta raggiunta la maturazione, ma che poi - informazione da tenere a mente! - passano al marrone).
Ricino

Anche il salice che, inizialmente, mi aveva depistato con una foto dei fiori ancora in boccio
Salice - Foto dal web

alla fine si è rivelato ... rivelatore!
Salice - Foto dal web

Guardate, infatti, cosa succede quando le infiorescenze arrivano a maturare!
Salice - Foto dal web

Il loro aspetto è inequivocabilmente simile a quello di un bruco!
Numerosi, sui folti rami penduli in movimento, devono apparire scenario perfetto in cui i bruchi possono confondersi e... scomparire.

Verifica effettuata! Riassumiamo...

Riguardo a forma, dimensioni e colori del fiore nelle piante nutrici dei Samia ritroviamo, con opportune minime differenze, un pattern ricorrente : infiorescenze pluriflora (formate da gruppi di piccoli fiori) di colore che varia dal verde chiaro al bianco, bianco-crema, giallino, anche in base al loro grado di maturazione.

Potremmo pensare che le piante hanno infiorescenze simili perchè "imparentate" geneticamente, perchè appartenenti, cioè, alla stessa famiglia!
 
Ebbene, no!
Ricino, ligustro, ailanto, lauroceraso, sambuco, albero della china, salice appartengono tutte a famiglie diverse (i Samia sono, infatti, una specie polifaga: le piante di cui si nutrono possono appartenere a famiglie diverse)!
Per di più, provengono da luoghi di origine molto distanti tra loro: Africa, Asia, America del sud...

Allora, come possiamo spiegare questo fenomeno?

Forse, possiamo ipotizzare che queste piante, proprio perchè dotate di caratteristiche esteriori che hanno permesso la mimetizzazione (e, quindi, la sopravvivenza) dei Samia nelle varie fasi del proprio ciclo vitale,  ne siano conseguentemente diventate anche le piante nutrici.
E, questa, è un'ipotesi piuttosto plausibile.

Ma, come mettere in relazione tutto ciò con la coincidenza che abbiamo individuato all'inizio della nostra "Palestra delle Ipotesi", quella della loro tossicità?

Ricapitoliamo i dati a nostra disposizione
Le piante prese in esame:
- sono tutte piante nutrici dei Samia;
- appartengono tutte a famiglie diverse;
- hanno luoghi di origine anche diversi;
- presentano tutte un livello medio alto o molto alto di tossicità;
- hanno tutte infiorescenze simili o tali da permettere ai Samia una buona possibilità di mimetizzazione.

Ebbene, quando le coincidenze cominciano ad essere tante, raramente, in Natura, ci troviamo di fronte a coincidenze vere e proprie: piuttosto ci sono, a monte, delle spiegazioni, delle motivazioni che vanno ricercate, individuate, ipotizzate, scoperte...

Proviamo, infine, ad avanzare delle ipotesi,
che comprendano nel quadro anche la caratteristica delle sostanze tossiche presenti nelle parti delle piante in questione.

I bruchi potrebbero aver necessità di qualcuna di queste sostanze per poter effettuare qualcuna delle loro funzioni metaboliche legate, per esempio, alla produzione del filo serico per la costruzione del bozzolo.

Oppure, potrebbero aver sviluppato una sorta di tolleranza o immunità alle tossine di queste piante proprio perchè - essendo poco appetibili per altre specie animali a causa della loro tossicità - costituivano, conseguentemente, tranquillo albergo per i bruchi durante gli stadi di crescita o di metamorfosi nel bozzolo.

Oppure, come spesso accade, causa ed effetto tendono a influenzarsi reciprocamente in un gioco al rialzo: qualche individuo avrà fatto il bozzolo su una di queste piante che, essendo tossica, non ospitava uccelli (possibili predatori) tra i propri rami e non veniva brucata da animali erbivori... per cui, una volta superato indenne il periodo di pupa all'interno del bozzolo, per i motivi di cui sopra, la falena adulta avrà deposto le uova sulle sue foglie causando involontariamente la morte di una grande parte (ma non la totalità!) della propria progenie... i pochi bruchi sopravvissuti, che geneticamente avevano la capacità di tollerare la tossina, hanno potuto trasmettere alla generazione successiva questa caratteristica e così via di generazione in generazione... fino a creare nella specie, a causa di un adattamento all'ambiente, la resistenza alla tossina della pianta nutrice.

Oppure, stesso epilogo ma incipit diverso: varie falene depongono le uova su vari tipi di piante... alla schiusa, i bruchi presenti su piante che non permettono loro di mimetizzarsi, vengono predati e si estinguono. Quelli che, invece, si ritrovano su una pianta che - come il ligustro, il ricino, l'ailanto, ..., - ha infiorescenze tali da garantire loro un adeguato livello di mimetizzazione nei vari stadi di crescita, sopravvivono più numerosi ma, di generazione in generazione dovranno adattarsi a tollerare l'eventuale tossina della pianta ospite. 

A supporto di quest'ultima ipotesi, ci sarebbe il fatto che le uova dei Samia possono andare in diapausa, cioè, possono avere un periodo di stasi spontanea dello sviluppo embrionale finché le condizioni ambientali non siano ottimali. E le loro uova, infatti, schiudono dopo un periodo di circa due settimane in cui la temperatura si sia mantenuta tra i 20 e i 30 gradi. Una temperatura, quindi, primaverile: il momento della schiusa andrebbe quindi a coincidere con il periodo d'inizio della fioritura!

Queste, fin qui, le nostre ipotesi!

 
Ma...
 la Natura ci sorprende sempre!
 
Accedete al link
per scoprire il vero motivo della presenza di tossine nelle piante nutrici dei Samia
  (questa volta è obbligatorio!!)
 
Avreste mai pensato a questa ipotesi?!
 
Ancora una volta, il nostro blog ci mostra che qualunque essere vivente è soggetto, da sempre e continuativamente, alla necessità di dover attuare dei cambiamenti per poter sopravvivere nel proprio ambiente, attraverso le strategie più disparate, offensive o difensive che siano.
 
Tali cambiamenti - le mutazioni naturali - nascono casualmente, inizialmente  anche minimi e apparentemente insignificanti, ma poi in base alla selezione naturale, vengono, appunto, selezionati come positivi (e, quindi, conservati) o come nocivi (e, di conseguenza, eliminati). 
 
È la legge dell'adattamento all'ambiente che inesorabile, implacabile, inclemente plasma e cesella  - in maniera non predeterminata né tantomeno consapevole - tutte le forme di vita coinvolte, dalle più semplici alle più evolute, e tutte reciprocamente condizionate (inevitabilmente, perchè tutte collegate) dai cambiamenti delle altre, col risultato finale di vedere il più adatto sopravvivere e trasmettere alla propria specie il meritato premio di abitare un posto speciale e unico nell'Universo: il pianeta Terra.

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Nella Palestra delle Ipotesi, abbiamo osservato con attenzione situazioni e provato a metterle in relazione ricercando spiegazioni o motivazioni che possano giustificare i fenomeni osservati...
 
Abbiamo "giocato", ci siamo "allenati"...
 
...come fanno i cuccioli che, attraverso il gioco, in un ambiente protetto che li tutela,  acquisiscono conoscenze, allenano abilità, consolidano competenze e, giocando giocando, determinano il proprio futuro.
 
Foto dal web
 
 
Spero che questo post, per quanto lungo e forse un po' complesso, possa essere stato anche stimolante o, almeno, coinvolgente.
 
Non resta che darci appuntamento al prossimo post
in cui parleremo anche delle dimore dei Samia

Arrivederci!
 
N.B. Vi ripropongo parte della sitografia consultata per le informazioni sulle piante nutrici, già presente nel precedente post.
I siti consultati sono particolarmente ricchi di informazioni e belle foto esplicative, ma anche carichi di banner e pop-up pubblicitari per cui volevo che la consultazione fosse consapevole.
 
SITOGRAFIA PIANTE NUTRICI SAMIA RICINI

Ricino:  https://www.giardinaggio.it/giardino/piante-da-giardino/ricino.asp
             https://www.elicriso.it/it/come_coltivare/ricinus
             https://www.cure-naturali.it/articoli/rimedi-naturali/erboristeria/olio-ricino-proprieta.html

Ligustro: https://www.giardinaggio.it/giardino/singolepiante/ligustro/ligustro.asp
                https://it.wikipedia.org/wiki/Ligustrum

Ailanto: https://www.giardinaggio.it/giardino/alberi/ailanthus/ailanthus.asp
              https://www.tuttogreen.it/ailanto-proprieta-cure/

Lauroceraso: https://it.wikipedia.org/wiki/Prunus_laurocerasus
                      https://www.giardinaggio.it/giardino/singolepiante/lauroceraso/lauroceraso.asp

Sambuco: https://it.wikipedia.org/wiki/Sambucus
                 https://www.giardinaggio.it/giardino/aromatiche/sambuco/sambuco.asp
                 https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/rimedi-naturali/erboristeria/sambuco.html

Salice:    https://www.giardinaggio.net/giardino/alberi/il-salice-piangente.asp
               https://www.giardinaggio.it/giardino/alberi/salix-babylonica/salix-babylonica.asp
               https://it.wikipedia.org/wiki/Salix
               https://it.wikipedia.org/wiki/Acido_acetilsalicilico

Albero d. china:   https://it.wikipedia.org/wiki/Chinino
                            https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=CHINA
                            https://www.inomidellepiante.org/cinchona.html




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