GLI STECCO E IL ROVO
6 aprile 2017
Iniziamo questo nuovo post con qualche close up delle neanidi, la maggior parte delle quali ormai in L2 (che ha già, quindi, effettuato la prima muta), nell'oasi di pace che il laboratorio di scienze diventa quando le allegre frotte dei nostri scolari non lo affollano e i nostri stecco possono di conseguenza godere dei lunghissimi periodi di tranquillità, soprattutto di notte che, del giorno, è la parte che li vede maggiormente in attività.
Le funzioni di albergo e di opportunità di mimetizzazione omomorfica e omocromica (mostrate dalle foto e dal video precedenti) sono, in realtà, conseguenze della funzione primaria che il rovo ha nella vita degli insetti stecco: quella dell'alimentazione.
Sapete già, infatti, che gli insetti stecco sono fitofagi: si nutrono di foglie.
Sapete già, infatti, che gli insetti stecco sono fitofagi: si nutrono di foglie.
Sapete anche che hanno (lo abbiamo ricordato all'inizio del post) abitudini prettamente notturne.
E sapete bene che sono campioni di immobilità per potenziare al massimo la loro arma difensiva per eccellenza che è il mimetismo criptico o criptismo.
Da questa serie di considerazioni consegue che è … difficilissimo vederli mangiare!
Ebbene, sì!
Posso confermare, per esperienza diretta, la veridicità della or ora enunciata deduzione logica!
In mesi e mesi di allevamento di insetti stecco, con cambi di rovi a cadenza settimanale data la voracità dei nostri amici, poche (anzi, rare e sempre notturne) volte li ho sorpresi intenti a nutrirsi…
E, in quelle poche (anzi, rare e sempre notturne) volte, il tutto si è risolto irrimediabilmente secondo quello che era ormai un cliché:
- scambio di sguardi tra me e l'insetto
- conseguente sussulto di sorpresa: "Ti ho beccato!" (io) VS "Mi ha beccato!" (l'insetto)
- simultanea reazione di entrambi: parossistica ricerca mentale del cellulare per la ripresa scoop (io) VS immediata - e dico immediata! - sospensione dell'attività pappatoria (l'insetto)
- esasperante stasi per entrambi (minuti che potrebbero diventare ore...)
- conclusione: resa per sfinimento (mia) VS sollievo (dell'insetto)
Tutto ciò, fino alla fatidica data del 6 aprile 2017, quando, in maniera del tutto imprevista, durante il consueto giro di controllo in laboratorio prima delle attività didattiche, di mattina (!), mi si para davanti la scena di una nostra giunonica femmina intenta a... nutrirsi…, che incrocia il mio sguardo..., che interrompe la sua attività…, che mi fissa con sufficienza…, e che - sorprendentemente e inspiegabilmente - riprende a mangiare con ostentata indifferenza!
Certa di una mia antropomorfizzazione del comportamento dell'opulenta e sfacciata femmina durante l'inesplicabile evento, cerco il cellulare con euforia da cardiopalma ripetendo spasmodiche suppliche mentali al fine di esorcizzare l'odiato cliché di cui sopra.
Il risultato della inaspettata situazione lo potete ammirare nelle foto e nei video seguenti:
Altra cosa da ricordare è che il rovo si riproduce per propaggine: dall'apice dei fusti aerei della pianta ("getti") che raggiungono il suolo si sviluppano nuove radici e, poi, nuovi fusti (così il cespuglio si estende e si propaga).
Dopo la raccolta, quindi può capitare che i piccioli delle foglie abbiano un orientamento ingannevole sul fusto con la spiacevole conseguenza di vederlo rinsecchire anzitempo solo perché lo si è messo nell'acqua dall'estremità sbagliata.
Nelle foto, il trucco per non sbagliare: il ramo va posizionato nell'acqua con le stipole alla base del picciolo sempre orientate verso l'alto.
Le azioni di raccolta dei rovi, di rimozione dei germogli, delle foglie secche e degli eventuali parassiti e di posizionamento dei rami nel barattolo sono state effettuate sempre da me per evitare che i bambini potessero ferirsi con le spine dei rovi.
Per le altre, vi rinvio ai vari post "Cura e Manutenzione", in cui gli alunni hanno gestito tutte le attività con grande coinvolgimento ed entusiasmo.
Vi ricordo che, in ogni caso, i rami nelle teche vanno irrorati una volta al giorno (se l'aria è particolarmente asciutta o l'esposizione particolarmente soleggiata, anche più di frequente) e, preferibilmente, di sera.
Il cambio dei rovi dovrebbe avere cadenza settimanale.
E sapete bene che sono campioni di immobilità per potenziare al massimo la loro arma difensiva per eccellenza che è il mimetismo criptico o criptismo.
Da questa serie di considerazioni consegue che è … difficilissimo vederli mangiare!
Ebbene, sì!
Posso confermare, per esperienza diretta, la veridicità della or ora enunciata deduzione logica!
In mesi e mesi di allevamento di insetti stecco, con cambi di rovi a cadenza settimanale data la voracità dei nostri amici, poche (anzi, rare e sempre notturne) volte li ho sorpresi intenti a nutrirsi…
E, in quelle poche (anzi, rare e sempre notturne) volte, il tutto si è risolto irrimediabilmente secondo quello che era ormai un cliché:
- scambio di sguardi tra me e l'insetto
- conseguente sussulto di sorpresa: "Ti ho beccato!" (io) VS "Mi ha beccato!" (l'insetto)
- simultanea reazione di entrambi: parossistica ricerca mentale del cellulare per la ripresa scoop (io) VS immediata - e dico immediata! - sospensione dell'attività pappatoria (l'insetto)
- esasperante stasi per entrambi (minuti che potrebbero diventare ore...)
- conclusione: resa per sfinimento (mia) VS sollievo (dell'insetto)
Tutto ciò, fino alla fatidica data del 6 aprile 2017, quando, in maniera del tutto imprevista, durante il consueto giro di controllo in laboratorio prima delle attività didattiche, di mattina (!), mi si para davanti la scena di una nostra giunonica femmina intenta a... nutrirsi…, che incrocia il mio sguardo..., che interrompe la sua attività…, che mi fissa con sufficienza…, e che - sorprendentemente e inspiegabilmente - riprende a mangiare con ostentata indifferenza!
Certa di una mia antropomorfizzazione del comportamento dell'opulenta e sfacciata femmina durante l'inesplicabile evento, cerco il cellulare con euforia da cardiopalma ripetendo spasmodiche suppliche mentali al fine di esorcizzare l'odiato cliché di cui sopra.
Il risultato della inaspettata situazione lo potete ammirare nelle foto e nei video seguenti:
Per alimentarsi, gli insetti stecco posizionano il capo in alto e trasversalmente rispetto al lembo della foglia di rovo, che afferrano aiutandosi con i palpi labiali e mascellari (appendici mobili con funzione prensile e sensoriale) mentre le zampe sono impegnate a mantenere saldo l'insetto nella sua posizione.
Le antenne, invece che unite e protese in avanti come di norma, sono divaricate e rivolte all'indietro durante tutto il corso dell'operazione.
Il capo viene ritmicamente fatto avanzare verso il basso man mano che l'apparato boccale taglia il margine della foglia fino a raggiungere una posizione perpendicolare con il torace. Dopodiché il capo viene nuovamente disteso verso l'alto e l'azione ripetuta.
Il prossimo video è del 13 maggio 2017 e, tra l'altro, ci mostra le neanidi cresciute di almeno un paio di mute.
Nella ripresa - più ravvicinata e più luminosa - le coppie di palpi sono maggiormente visibili e questo ci permette di osservare in modo più dettagliato le loro funzioni: il lembo della foglia viene "trovato", inserito e mantenuto nella fenditura verticale che l'apparato boccale degli insetti stecco ha tra la coppia di mandibole (anch'esse visibilissime nel video) anche grazie al lavoro svolto dalle coppie di palpi, capaci di muoversi indipendentemente l'uno dall'altro, come le dita di una mano.
Nel secondo, l'insetto è riuscito ad afferrare il lembo della foglia con i palpi, lasciando le zampe libere di trovare un appiglio più saldo per poter continuare a nutrirsi o, quanto meno, a non volar via:
Ultima altra particolarità da notare è l'incisione del margine che, mangiando, gli insetti stecco effettuano sulla foglia.
L'incisione ha una forma molto caratteristica e può essere indicativa, per entomologi in cerca di oggetti di studio, della possibile presenza di eventuali individui.
Oltre all'esempio mostrato da una dei nostri "esperti" nella foto introduttiva del post (impossibile non riproporvela!),
ne forniamo un altro, con il dettaglio della giovane femmina adulta che ne è la responsabile.
Passiamo ora a parlare più specificamente della corretta raccolta dei rovi e della loro gestione ottimale, argomento di importanza fondamentale per chi volesse provare a cimentarsi nell'allevamento di questo affascinante risultato delle capacità di adattamento all'ambiente che è l'insetto stecco.
Il rovo è indubbiamente una pianta di facile reperibilità: selvatica, diffusissima e, addirittura, infestante.
La sua raccolta può essere sprone a piacevoli passeggiate in pineta
Comunque, a differenza di quanto avviene per alcune altre varietà di piante di cui gli stecco possono nutrirsi (la letteratura in merito riporta: nocciolo, rosa, felce lampone, melo, faggio, querce, mirto, biancospino, rododendro e alcune varietà - non meglio specificate - di geranio), per il rovo si può essere pressoché certi dell'assenza di pesticidi o antiparassitari sulle sue foglie. Pericolo di inquinamento può essere, piuttosto, quello dei gas di scarico delle auto, quindi da evitare la raccolta di foglie lungo i bordi delle strade soprattutto se trafficate.
Gli insetti stecco adulti devono essere alimentati esclusivamente delle foglie: i germogli sono da evitare e vanno rimossi. Per le motivazioni a riguardo, siti diversi riportano cause diverse: dalla tossicità presente nei germogli (strategia difensiva della pianta) alla possibile presenza di parassiti dannosi per gli esemplari adulti.
Le neanidi, invece, immuni alle tossine presenti nelle foglie in boccio della pianta e dotate di un apparato boccale notevolmente più piccolo, si nutrono dei germogli, più teneri delle coriacee foglie.
Il prossimo video è del 13 maggio 2017 e, tra l'altro, ci mostra le neanidi cresciute di almeno un paio di mute.
Nella ripresa - più ravvicinata e più luminosa - le coppie di palpi sono maggiormente visibili e questo ci permette di osservare in modo più dettagliato le loro funzioni: il lembo della foglia viene "trovato", inserito e mantenuto nella fenditura verticale che l'apparato boccale degli insetti stecco ha tra la coppia di mandibole (anch'esse visibilissime nel video) anche grazie al lavoro svolto dalle coppie di palpi, capaci di muoversi indipendentemente l'uno dall'altro, come le dita di una mano.
I video precedenti non devono fare sottovalutare la funzione prensile - rispetto a quella sensoriale - dei palpi poiché le condizioni climatiche in natura possono essere ben diverse da quelle del placido asilo di un laboratorio di scienze o di un fauna box con le pareti in plastica …
In questo primo video, l'insetto è costretto a desistere a causa del vento troppo forte:
Ultima altra particolarità da notare è l'incisione del margine che, mangiando, gli insetti stecco effettuano sulla foglia.
L'incisione ha una forma molto caratteristica e può essere indicativa, per entomologi in cerca di oggetti di studio, della possibile presenza di eventuali individui.
Oltre all'esempio mostrato da una dei nostri "esperti" nella foto introduttiva del post (impossibile non riproporvela!),
![]() |
La foglia centrale è stata incisa
da una neanide
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L'incisione del margine è stata procurata
dalla giovane femmina nella foto sotto:
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Passiamo ora a parlare più specificamente della corretta raccolta dei rovi e della loro gestione ottimale, argomento di importanza fondamentale per chi volesse provare a cimentarsi nell'allevamento di questo affascinante risultato delle capacità di adattamento all'ambiente che è l'insetto stecco.
Il rovo è indubbiamente una pianta di facile reperibilità: selvatica, diffusissima e, addirittura, infestante.
La sua raccolta può essere sprone a piacevoli passeggiate in pineta
Le cose cambiano con pioggia e nebbia eccessive...
Ma veri nemici delle foglie di rovo (e dei loro hobbistici raccoglitori) restano neve e gelo da cui vengono letteralmente bruciate.
In inverno è stato spesso piuttosto complicato e arduo reperirne di passabili.
Comunque, a differenza di quanto avviene per alcune altre varietà di piante di cui gli stecco possono nutrirsi (la letteratura in merito riporta: nocciolo, rosa, felce lampone, melo, faggio, querce, mirto, biancospino, rododendro e alcune varietà - non meglio specificate - di geranio), per il rovo si può essere pressoché certi dell'assenza di pesticidi o antiparassitari sulle sue foglie. Pericolo di inquinamento può essere, piuttosto, quello dei gas di scarico delle auto, quindi da evitare la raccolta di foglie lungo i bordi delle strade soprattutto se trafficate.
Gli insetti stecco adulti devono essere alimentati esclusivamente delle foglie: i germogli sono da evitare e vanno rimossi. Per le motivazioni a riguardo, siti diversi riportano cause diverse: dalla tossicità presente nei germogli (strategia difensiva della pianta) alla possibile presenza di parassiti dannosi per gli esemplari adulti.
Le neanidi, invece, immuni alle tossine presenti nelle foglie in boccio della pianta e dotate di un apparato boccale notevolmente più piccolo, si nutrono dei germogli, più teneri delle coriacee foglie.
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Visibili i quattro palpi della giovanissima neanide |
Tra l'altro i germogli, essendo ricoperti da una folta e soffice peluria e avendo una superficie più articolata, trattengono maggiormente l'umidità offrendo alle neanidi una maggiore possibilità di assunzione di acqua.
È interessante notare come, a questa differenziazione alimentare, corrisponda, ancora una volta, il criptismo di tipo omocromico e omomorfico che, in questo caso, però, riguarda le differenti età degli individui della specie: le giovani neanidi hanno sempre la livrea di un verde molto più chiaro rispetto agli adulti, così come più chiaro è il verde dei germogli (omocromia) e le loro minute appendici ed estremità si mimetizzano alla perfezione con le numerose piccole spine e stipole oltre che, ovviamente, con i germogli e le gemme gemme in cima al fusto di rovo (omomorfia).
Per gli "esperti del settore" questi sbalorditivi meccanismi della Natura sono un vero e proprio… gioco da ragazzi!
Altra cosa da ricordare è che il rovo si riproduce per propaggine: dall'apice dei fusti aerei della pianta ("getti") che raggiungono il suolo si sviluppano nuove radici e, poi, nuovi fusti (così il cespuglio si estende e si propaga).
Dopo la raccolta, quindi può capitare che i piccioli delle foglie abbiano un orientamento ingannevole sul fusto con la spiacevole conseguenza di vederlo rinsecchire anzitempo solo perché lo si è messo nell'acqua dall'estremità sbagliata.
Nelle foto, il trucco per non sbagliare: il ramo va posizionato nell'acqua con le stipole alla base del picciolo sempre orientate verso l'alto.
Le azioni di raccolta dei rovi, di rimozione dei germogli, delle foglie secche e degli eventuali parassiti e di posizionamento dei rami nel barattolo sono state effettuate sempre da me per evitare che i bambini potessero ferirsi con le spine dei rovi.
Per le altre, vi rinvio ai vari post "Cura e Manutenzione", in cui gli alunni hanno gestito tutte le attività con grande coinvolgimento ed entusiasmo.
Vi ricordo che, in ogni caso, i rami nelle teche vanno irrorati una volta al giorno (se l'aria è particolarmente asciutta o l'esposizione particolarmente soleggiata, anche più di frequente) e, preferibilmente, di sera.
Il cambio dei rovi dovrebbe avere cadenza settimanale.
Con questo,
ci salutiamo
al prossimo post!
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