"Adozione Temporanea" - Un'esperienza da fare


Per rendere gli alunni davvero esperti, per esporli cioè a esperienze molteplici di fenomeni - come la schiusa o una muta completa - difficilmente fruibili altrimenti nella loro interezza nonostante le frequenti attività di laboratorio, ho pensato di provare un "esperimento sociale": l'adozione di uova e/o di giovani neanidi da parte degli alunni sotto la supervisione dei genitori (istruiti grazie a un full immersion mini corso di formazione, confortati dalle linee guida del prospetto informativo relativo all'adozione su una pagina del blog, tranquillizzati dalle consulenze "work in progress" di uno sportello multimediale H24 alias "lo chiedo alla maestra").

Il grande coinvolgimento emotivo ha anche generato un forte senso di responsabilità nei bambini, eccitatissimi diretti protagonisti della nuova esperienza che, oltre a moltiplicare in maniera esponenziale le possibilità di osservazione e di conoscenza delle caratteristiche morfologiche, delle abitudini di vita, delle strategie di sopravvivenza e quant'altro, ha permesso loro finalmente di avere con l'insetto stecco un rapporto esclusivo e personale che nel tempo si è trasformato in un legame di confidenza e affetto: il raggiungimento degli obiettivi sia educativi che formativi e delle competenze previste non poteva avere tempi più rapidi ed epilogo più felice.

Il clima di condivisione di una esperienza importante ma anche serena (vista la obiettiva semplicità dell'allevamento degli insetti stecco e la ammirevole perizia tecnica nella loro gestione da parte dei bambini), ha coinvolto i numerosi attori creando un collante emotivo molto forte, di cui mi piace rinnovare il ricordo con foto e video dei momenti salienti.

L'adozione


































I momenti di condivisione "social"...

































Vero evento "last but not least":
l'inserimento in natura degli insetti
ormai adulti e delle loro uova!

Certamente, per molti bambini, un momento di separazione non facile, dopo un investimento emotivo così intenso e protratto,...


...ma necessario.

E, poi, l'unione fa la forza!!
Eccoci, quindi, a condividere anche questo momento finale:




















...vedere il proprio insetto inserito nel suo vero ambiente, con i suoi simili, liberi, nel contesto in cui è giusto che possano vivere le loro esistenze, vederli già da subito alimentarsi o accoppiarsi, "scomparire" infine in pochi minuti, ingoiati dal verde di una Natura che, avendoli resi capaci e adatti, li accoglie e li protegge, non può non contribuire a sviluppare una coscienza ecologica di rispetto verso le enormi ricchezze che ci circondano.

Camminare in un bosco non sarà più come prima.
Questa esperienza ci ha donato molto, da tanti punti di vista.
Ci ha anche, in questa ultima parte ("last but not least", lo ripeto!), insegnato che il possesso di qualcosa che - per quanto amato - non è "nostro", non può renderci felici.

Camminare in un bosco non sarà più come prima: la pagina inferiore di una sbocconcellata foglia di rovo potrà rivelarci la presenza di un vecchio amico che con gioiosa saggezza saluteremo, grati del piacere di esserci incontrati, felici di esserci conosciuti.

Camminare in un bosco non sarà più come prima: la consapevolezza delle insospettabilmente numerose forme di vita che vi convivono, strettamente legate e interconnesse le une alle altre e il benessere che riceviamo nel poter fruire delle meravigliose bellezze della Natura meritano il nostro doveroso rispetto e un ancora maggiore senso di responsabilità.

"Non ereditiamo la terra dai nostri antenati,
la prendiamo in prestito dai nostri figli"
(Proverbio dei Nativi Americani Sioux)

Grazie

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